Carassone e le sue parrocchie

(a cura del prof. Giancarlo Comino)

L’insediamento dell’antica Carassone, a ridosso del Tanaro, press’a poco dove ora sorge il Villero di Bastia, è attestato fin dal XI secolo, con un palazzo del vescovo di Asti nel quale nel 1204 viene tenuto un placito, cioè una sessione giudiziaria da parte dei messi dell’imperatore Enrico II. I signori di Carassone vi avevano un castello e sorgeva anche una pieve dedicata a S. Maria, attestata fin dal 1041; un altro edificio religioso era la chiesa di S. Andrea. Quando sorse il nuovo insediamento del Monteregale sulla collina di Piazza molti abitanti dell’antico Carassone si trasferirono in alto e costruirono una chiesa sull’attuale Belvedere sotto il titolo di S. Andrea. Più in basso, a ridosso della collina, venne eretta la chiesa di S. Giovanni in Lupazzanio, non distante dal castello omonimo, destinata a diventare la chiesa dei nuovi abitanti. Coloro che non trovarono più posto sul Belvedere eressero in basso la Chiesa di S. Evasio, alla quale erano soggetti gli antichi abitanti del terziere, che fu l’unico tra quelli di Mondovì ad avere due chiese parrocchiali, dai confini non ben definiti.

Quando fu costruita la cittadella per ordine di Emanuele Filiberto (1573), i Domenicani, che avevano chiesa e convento vicino alla cattedrale di S. Donato, ebbero tutto distrutto e il duca li insediò a Carassone, nella chiesa di S. Giovanni, che da questo momento fu retta da loro fino alla soppressione napoleonica del 1802.

Furono i Domenicani a trasformare la chiesa di impronta medievale in quella che vediamo oggi; la chiesa di S. Evasio assunse anche il titolo di S. Andrea dopo che questa chiesa fu demolita in epoca napoleonica per far posto al Belvedere. Nel 1832 la parrocchia di S. Evasio fu soppressa e il tiolo venne associato a quello di S. Giovanni, quello di S. Andrea fu abbandonato.

Da “Le grandi tappe della Storia di Mondovì” L’Unione Monregalese © Barbara Franco

La chiesa di S. Giovanni in Lupazzanio

La parrocchia venne affidata ai Padri Domenicani  e la loro presenza si interruppe nel  1802 con la soppressione napoleonica.

L’ edificio della chiesa fu trasformato nelle forme attuali nei secoli XVII e XVIII.

La struttura presenta una ampia navata centrale affiancata alle due navate laterali sulle quali si aprono alcune cappelle, le più importanti sono quelle di San Giuseppe a destra, e a sinistra quella del Rosario.

Navata principale della chiesa. Verso l’abside si possono notare i rami della pianta a croce latina che terminano nelle due cappelle di S. Giuseppe e della Madonna del S. Rosario

La cella ogivale e la guglia del campanile sono frutto di una ricostruzione moderna risalente al 1937 e attribuita all’arch. A. Noelli il quale sostituì la terminazione barocca del campanile detta a “ cipolla “ con altra quasi conica a frontoni triangolari.

La chiesa è ricca di decorazioni settecentesche che incorniciano i numerosi dipinti che evocano l’ ordine domenicano. In tale contesto emerge la Cappella del Rosario che da atti comunali risulta essere stata edificata nel 1637 e che ancora oggi è un autentico gioiello.

Attorno alla statua della Madonna si notano le formelle di legno e sulla sinistra l’affresco della battaglia di Lepanto e sulla destra la battaglia contro gli Albigesi

La cappella presenta uno spettacolare apparato decorativo , con ornamenti in stucco sulle volte, quattro statue tra cui quella di S. Pio V , una cornice di formelle in legno dipinto a lato della statua della Madonna del Rosario, che raffigurano i quindici misteri del Rosario oltre a due figure di santi Domenicani.

Due pregevoli affreschi attribuiti al pittore fiammingo Giovanni Claret illustrano la sconfitta degli Albigiesi (avvenuta verso la fine del secolo XII e voluta da Papa Innocenzo III  per estirpare il catarismo dai territori della linguadoca della Provenza)  e la battaglia di Lepanto  (scontro  navale avvenuto nel 1571 nel corso della guerra di Cipro. L’evento ebbe gran popolarità per la vittoria riportata dalla flotta cristiana della Santa Lega su quella musulmana dell’ Impero Ottomano, azione universalmente attribuita alla Madonna del Rosario).